Un paese turistico si definisce tale in quanto possiede delle caratteristiche attrattive per gli Ospiti: buone spiagge, mare pulito, posti letto, clima favorevole, cultura etc etc.
Tropea senza dubbio rappresenta per l'intera Calabria il simbolo del turismo, che traina grazie alla sua posizione, storia e cultura l'intero indotto.
Ciò però non significa che oggi Tropea possieda tutte le caratteristiche per giustificare una tassa di soggiorno.
Senza dubbio il venir meno dei trasferimenti dallo Stato rappresenta un condizione di grave allarme per gli equilibri, già precari, dei bilanci degli Enti; ma utilizzare la tassa di soggiorno per far fronte a questi squilibri non mi sembra al momento la sola soluzione, anche alla luce dello stato delle cose: la scadente qualità dei servizi offerti ai turisti.
Bisognerebbe approfondire, fare una seria analisi empirica, stimare le eventuali entrate, decidere gli interventi necessari da fare con gli introiti dell'eventuale tassa, confrontarsi con tutte le forze sociali e imprenditoriali, e poi applicarla.
Serve a mio avviso una profonda analisi interna, di necessità e bisogni della comunità e del vacanziere, un lavoro collegiale con i Comuni limitrofi e i soggetti interessati dalla tassa.
Le strutture alberghiere con pendenze a volte alte nel pagamento dei triduti, "costringono" le Amministrazioni Comunali ad imporre nuovi tributi per mandare avanti i servizi necessari.
Decidere subito, per il 2012, senza uno studio serio, valutazioni attente, incontri condivisi, significa trasformare la tassa di soggiorno come uno strumento per fare cassa e non per migliorare le cose.
Diego Stacciuoli